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Claudia Piaserico designer MISIS - L'INTERVISTA


Claudia Piaserico - designer MISIS
Quando le passioni si trasformano in arte. Intervista a Claudia Piaserico, direttore creativo di Misis.

Di Maria Elena Bonacini

Un gioco che diventa un mondo. Una collezione nata quasi per caso che si evolve e si trasforma fino a generare un universo di forme, colori e idee. C'è tutta la natura di Claudia Piaserico nelle creazioni Misis. Natura intesa come fiori e animali che sono i protagonisti di ogni pezzo; natura di una donna elegante e leggiadra come le sue farfalle, ma anche determinata a guardare sempre oltre l'orizzonte verso una nuova sfida.
Claudia, come nascono i gioielli Misis?

I gioielli Misis sono nati come un gioco, improvvisamente. Ho studiato giurisprudenza, ma il lavoro di avvocato non mi piaceva, quindi sono entrata in azienda in attesa di trovare una mia identità. Allora Misis era molto diversa da ciò che è oggi, vendeva a grossisti prodotti in argento unbranded. Un giorno conobbi un modellista molto bravo e cominciai a pensare cosa avrei voluto per me, cosa mi sarebbe piaciuto indossare nelle varie occasioni. Provai allora a creare accessori per me stessa. Nel 2002 portammo quei pezzi in fiera, piacquero molto e furono acquistati. Ho cominciato così a scoprire una vena creativa che non avrei mai pensato di avere e, da gioco, creare gioielli è diventato il mio lavoro. Quest'anno Misis compie 30 anni. Strada facendo, nel 2008, si è rifatta il look e il campionario, diventando un vero e proprio brand.

Come crea i suoi gioielli?

Io sono la mia prima cliente, vivo la creazione dei gioielli su me stessa. Percepisco le tendenze nei diversi ambiti, che non riguardano solo quello della moda, ma lo stile che si respira ovunque: nell'abbigliamento, nella comunicazione, nell'arredo, a 360 gradi. Trasmetto questo nel gioiello che creo. Per questo sono molto accentratrice e non lascio che altri interferiscano. Anche perché in questo sta l'identità stessa del marchio, c'è una continuità di stile perché proviene da una stessa persona. Poi è fondamentale anche l'apporto di altri professionisti, di bravi modellisti, altrimenti è come avere la mente senza il braccio, l'idea rimane lì.

Quanto c'è di Claudia nei gioielli Misis?

Al di là dell'"interferenza" delle tendenze, i miei gioielli sono strettamente legati alla mia personalità, a ciò che mi piace, alla mia disposizione d'animo. Io sono tendenzialmente romantica, piuttosto che grintosa o aggressiva, e questo si ricollega al mondo dei fiori e della natura, a uno stile femminile e aggraziato. Il gioiello diventa anche fotografia di momenti di vita: il mare ad esempio, che è la passione che ci ha trasmesso mio padre, o i viaggi con la collezione City Hall, o ancora la natura nel suo essere.

Uno dei temi predominanti è appunto la natura. Questo ha particolari significati?

Il gioiello è anche un modo per vivere ciò che hai attorno in maniera diversa, è come dire "indosso la natura", tanto che oggi il nostro pay-off è Live your nature, che significa "interpreta te stesso attraverso la natura", ritrova nella natura quelle che sono le tue forme più consone, vivile e indossale, interpretandole a modo tuo. Non per niente abbiamo un target di clientela che va dai 30 agli 80 anni. Nella natura – e tra i nostri gioielli – trovi tutto. La difficoltà sta nell'interpretarlo in maniera originale, non ripetitiva. Ho usato come elemento distintivo di manifattura lo smalto, perché ti aiuta a rendere in maniera tridimensionale, vera, questa natura. Il colore è fondamentale. Abbiamo una partner molto brava, la smaltatura è fatta in Italia, artisticamente e artigianalmente, non riproducibile in maniera industriale da chiunque.

Il mare, che è uno dei vostri soggetti prediletti, ha orizzonti amplissimi.

Sì, il mare ti dà l'idea di una continua scoperta, profondità che non puoi raggiungere, mistero, ti fa pensare che ci possa essere sempre di più di quello che hai già visto. Il mare è ovunque, ti trasmette pace, serenità, è legato alle vacanze, a momenti belli della vita. Per me il mare è tranquillità, riposo, apre la mente. I miei momenti più creativi sono proprio quando mi trovo in determinati ambienti. E tra le nostre collezioni il best seller è proprio un anello del mare.

C'è un gioiello cui è particolarmente legata?

Sì, e sono gli orecchini abbinati all'anello di cui parlavo ora. In primis, perché è stata la pietra miliare della collezione del mare, il primo vero mare di Misis; poi perché inizialmente non abbiamo venduto un pezzo, tutti li snaturavano e li denigravano, quindi avevamo deciso di toglierli dalla produzione. Improvvisamente sono stati ordinati da un grande stilista italiano per le dodici modelle che aveva a bordo del suo yacht. Quel momento ha segnato un'inversione di tendenza: se piacevano a lui, perché eliminarli? Li abbiamo riproposti la stagione successiva e, con l'anello, sono diventati il best seller in assoluto. Ci sono affezionata perché significa che, anche se all'inizio stenti, non vuol dire che tu non possa avere successo. In questo vedo anche il mio lavoro. Ancora prima c'era stata la farfalla, che era la mia vita: inizialmente facevo l'avvocato, poi sono rinata con un ruolo totalmente differente. La farfalla è leggera e leggiadra: leggera, come modo di affrontare la vita con il sorriso, e leggiadra, perché trasmette eleganza.

C'è tanto di Claudia nei gioielli, quindi non pensa di disegnare per l'uomo?

I gioielli li immagino addosso a me o alle amiche. L'uomo mi piace pulito, mio marito e mio figlio non indossano gioielli. Mi è stato chiesto, ho provato, ma non è nelle mie corde. Se mio fratello scoprirà un'anima artistica, magari la linea da uomo la creerà lui.

Oltre l'orizzonte ci sono anche i sogni. Qual è il suo?

II mio sogno è il "mondo Misis", sviluppando l'accessorio donna. Vogliamo entrare un po' alla volta in un mondo che si amplia. Anche i monomarca li stiamo strutturando in questo modo: non sono gioiellerie, ma salotti in cui puoi trovare tutto con un certo stile. Oggi il gioiello, il foulard e la borsa; domani l'accessorio per la casa, l'idea regalo per i bambini, per i cani e i gatti, che sono un mondo da esplorare. Io credo nella contaminazione, nel lavorare con altre aziende per creare prodotti alternativi e distribuirli insieme in modi alternativi. Questa per me è la ricetta per uscire da binari prestabiliti e stretti. Il consumatore è più avanti di noi in questo, se ti presenti in luoghi dove non si aspetta di trovarti è più facile che ti noti.

Pensa anche alla moda?

Abbiamo la fortuna di avere un prodotto figurato, i pattern dei foulard rappresentano ambienti che sono sede naturale per gli animali dei nostri gioielli. Quindi si prestano ad essere anche stampati su tappezzeria, costumi, vestaglie, accappatoi, sete...

Aspettiamo la sfilata Misis?

Sarebbe un sogno. E ci stiamo già avvicinando, perché oltre alle fiere di settore quest'anno abbiamo sfilato per la prima volta a New York, durante la Bridal Week, con tutte le nostre collezioni e l'anno prossimo sfileremo all'L. A. Fashion Show a Los Angeles, per ora in abbinata ad altri marchi. Speriamo...

Quindi... Misis and the City?

Sarebbe splendido. Un sogno appunto. Del resto, se non sogni non fai nulla. E un creativo senza sogni è una contraddizione in termini.


LEGGI L'INTERVISTA AD ALBERTO PIASERICO
DIRETTORE GENERALE DI MISIS


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